Una giovane coppia di neolaureati è riuscita a guadagnare milioni di dollari utilizzando i gas di scarico petroliferi per estrarre bitcoin
Si chiamano Matt Lohstroh e Brent Whitehead i due ventitreenni, appena usciti dalla A&M University, che sono riusciti in un’impresa a dir poco geniale.
I due ragazzi hanno fondato la Giga Energy Solution, una società che alimenta i dispendiosi computer che minano le criptovalute attraverso l’utilizzo del gas naturale incagliato (e inutilizzato) nei campi petroliferi.
In una intervista alla CNBC, Brent Whitehead ha dichiarato: “Da quando sono all’interno dell’industria del petrolio, ho sempre visto le torce. Ho sempre pensato fosse uno spreco di energia e il nostro metodo permette di ridurre le emissioni, oltre che monetizzare il gas“.
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Nelle vicinanze dei grandi pozzi petroliferi si trova molto spesso del gas naturale che non viene estratto e venduto perché le condutture necessarie alla distribuzione sono troppo lontane. I perforatori solitamente bruciano direttamente il gas naturale in eccesso e quindi verrebbe totalmente sprecato.
Ecco che entra in gioco l’azienda dei due ragazzi statunitensi, la Giga Energy Solutions. La qualem trasportando container pieni di computer adatti al mining di criptovalute, riesce a trasformare quel gas in eccesso in energia.
Utilizzando dei generatori, il gas naturale che fuoriesce viene utilizzato per creare elettricità che servirà ad alimentare gli esosi consumi dei computer per il mining di criptomonete. Utilizzando questo procedimento, oltre ad avere l’energia necessaria per alimentare migliaia di computer, riesce a ridurre le emissioni di carbonio di circa il 63%.
Stando a quanto raccontato da Whitehead, la Giga Energy Solutions ha già preso accordi con 20 differenti aziende che si occupano di gas e petrolio. Anche i vari fondi sovrani in giro per il mondo sono interessati a questo nuovo metodo di utilizzo del gas naturale in eccesso che andrebbe in caso contrario bruciato.
Whitehead è un ingegnere già navigato nonostante la sua giovane età e dopo che l’azienda ha ricevuto l’apprezzamento, e gli investimenti di grandi aziende del settore, sta pensando di aggiungere altre sei persone specializzate al suo team al momento composto da 11 specialisti.
Matt Lohstroh, tra i due, è quello con la passione per le criptovalute. “Cio che mi è piaciuto di bitcoin è che nessuno la controlla e non devi chiedere il permesso per usarla“.
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Da sempre gli ambientalisti hanno cercato di opporsi ai metodi utilizzati per il mining di bitcoin che sfruttano enormi quantità di energie. In tutto il mondo, negli ultimi tempi, si è sentito parlare di crisi energetiche dovute al grande utilizzo di corrente elettriche da parte dei miners. Ciò è dovuto al fatto che per estrarre bitcoin, ma anche le altre criptovalute, servono computer estremamente elaborati in grado di risolvere complessi problemi matematici che sfruttano metodi ad alta intensità energetica.
Al termine di questi complessi problemi matematici, il miner verrà ricompensato con la criptomoneta appena “minata”. Alcuni paesi, come Cina e Kazakistan, hanno dovuto bloccare il mining a causa delle gravi crisi energetiche. Altri paesi, come la Spagna, stanno invece cercando di portare a sé tutta quella fetta di mercato di minatori che adesso non può più minare nel proprio paese.
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