Il wash trading ha colpito anche il mondo degli NFT. In un settore non regolamentato, i truffatori sono sempre dietro l’angolo.
I token non fungibili (NFT) e il loro mercato è esploso nel 2021. Gli NFT sono oggetti digitali basati su blockchain le cui unità sono progettate per essere uniche.
A differenza delle tradizionali criptovalute, i cui i token sono pensate per essere intercambiabili, i token non fungibili possono archiviare dati sulla blockchain, con la maggior parte dei progetti NFT basati su blockchain come Ethereum e Solana.
Essi possono essere associati a immagini, video, audio, oggetti fisici, appartenenze e innumerevoli altri casi d’uso in via di sviluppo. I token non fungibili conferiscono al titolare la proprietà dei dati o dei media a cui è associato il token e sono comunemente acquistati e venduti su mercati specializzati.
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La società Newyorkese ha tracciato un valore minimo di 44,2 miliardi di dollari di criptovalute inviate ai contratti ERC-721 ed ERC-1155. Questi sono i due tipi di contratti intelligenti di Ethereum associati ai mercati e agli NFT, rispetto a soli 106 milioni di dollari nel 2020.
Allo stato attuale, i mercati NFT sono invasi da trader speculativi che cercano di assicurarsi asset molto apprezzati al fine di rivenderli ad un prezzo maggiore. Tutto nella norma fino a qui no? Il problema si pone quando alcuni acquirenti di NFT vengono indotti a pagare cifre assurde dai venditori che hanno aumentato il valore delle risorse digitali attraverso una serie di wash trade, ovvero in maniera artificiosa, comprando e rivendendo a sé stessi lo stesso prodotto, aumentandone il prezzo a dismisura.
Alcuni di questi venditori di NFT stanno facendo un enorme “wash trading” con le loro risorse digitali. Tuttavia, la maggior parte delle persone che cercano di partecipare a questa “truffa” stanno effettivamente perdendo denaro.
Manipolatori del mercato: Il Wash trading, cos’è e come evitarlo
Chainalysis afferma:
“Quello che abbiamo scoperto è che i prolifici wash trader, spesso spendono più soldi per le tasse del gas, fino a decine di migliaia di dollari. Unito al fatto che potresti non avere fortuna nel far innamorare le persone del NFT, allora è una cosa rischiosa da fare e, la maggior parte delle volte, seriamente non redditizia.”
Ci tengo a ricordare che gas fee sono oneri posti in essere dalla piattaforma Ethereum per compensare l’energia necessaria per verificare le transazioni e rendere sicura la rete. Le fee ultimamente hanno raggiunto prezzi stratosferici dato il numero elevato di transazioni giornaliere.
Un rapporto di Chainalysis ha affermato che il wash trading è un fenomeno preoccupante per il mondo delle criptovalute, ma lo è molto di più gli NFT perché “Le piattaforme di trading di NFT consentono agli utenti di tradare semplicemente collegando il proprio portafoglio alla piattaforma, senza bisogno di identificarsi”.
Chainalysis ha dichiarato che, attraverso l’analisi della blockchain, può tracciare il wash trading degli NFT. Osservando le vendite dei token digitali a indirizzi che sono stati autofinanziati, ovvero finanziati dall’indirizzo di vendita o da un indirizzo che inizialmente ha finanziato l’indirizzo di vendita.
Un esempio trovato è stato un indirizzo che aveva effettuato 830 vendite a indirizzi autofinanziati. Il rapporto ha rilevato che il venditore ha venduto e acquistato lo stesso NFT da un mercato con indirizzi diversi. Nel grafico seguente si tratta dell’indirizzo 1:
E anche che il venditore originale ha inviato valuta a un acquirente appena prima che l’NFT fosse acquistato dal mercato.
Grazie alla natura trasparente e aperta della blockchain, è possibile verificare le transazioni tramite comodi strumenti come etherscan:
Questo particolare venditore, tuttavia, finora non è riuscito a trarre profitto dal wash trading a causa del denaro speso per le commissioni durante le transazioni.
La società ha identificato 262 utenti che hanno venduto un NFT a un indirizzo autofinanziato più di 25 volte, un livello che riteneva riflettesse utenti che sono “wash trader abituali”. Di questi, solo 110 hanno realizzato un profitto.
L’utile netto complessivo delle vendite di NFT meno le commissioni, realizzato da quegli utenti nel 2021 è stato di 8,9 milioni di dollari.
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Il wash trading è vietato per le azioni convenzionali e i contratti futures, ma gli NFT devono ancora rientrare in una regolamentazione simile.
“Il wash trading di NFT esiste in un’area legale oscura”, ha dichirato Chainalysis.
La società con sede a New York ha affermato che la pratica del wash trading mina la fiducia nell’intero ecosistema NFT.
“l’accurata analisi della blockchain, grazie a software specifici, facilita l’individuare gli utenti che vendono NFT a indirizzi che si sono autofinanziati. Quindi i mercati potrebbero voler prendere in considerazione divieti o altre sanzioni per i peggiori trasgressori”
Questo giovane mercato necessita quindi di un qualcosa che vigili su di lui, altrimenti questo fenomeno potrebbe ingrandirsi a dismisura.
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