Sono in arrivo tantissime email che comunicano 195 Euro di rimborso da parte dell’Agenzia delle Entrate. Controllare attentamente la casella di posta è fondamentale.
In un momento storico di piena crisi come quello che stiamo vivendo, 195 Euro possono fare molto comodo. I prezzi dell’energia sono schizzati alle stelle, per fare la spesa al supermercato quasi non basta lo stipendio. Il Governo fa quel che può, tra Bonus, aiuti economici a lavoratori e disoccupati e incentivi di vario tipo. In questi primi mesi dell’anno sono state fatte anche modifiche importanti al calcolo delle tasse, IRPEF, pensioni o maggiorazioni. Può capitare, dunque, di ricevere un avviso in cui si comunica un credito.
Certo è difficile sperare che l’Ente di Riscossione commetta degli errori. Solitamente, quando arrivano comunicazioni dall’Agenzia delle Entrate non è mai una buona notizia. In questi giorni, però circolano diversi messaggi che sembrerebbero voler far tirare un sospiro di sollievo ai cittadini. “Sembrerebbe” però è la parola a cui stare attenti. Perché in realtà i 195 Euro non arriveranno mai, anzi.
195 Euro di rimborso: fake o realtà?
Purtroppo è doveroso avvertire gli italiani che siamo di fronte a un nuovo attacco. La mail che arriva dall’Agenzia delle Entrate è molto probabilmente un tentativo di phishing. I criminali sanno molto bene dove colpire le persone: nelle preoccupazioni quotidiane. Quelle che riguardano il denaro, un pacco in arrivo, un parente anziano, un figlio. Ecco che “giocando” con questi sentimenti sanno che hanno molte probabilità di successo.
Chi riceve una mail dell’Agenzia delle Entrate o di altri Enti, o della Banca, pensa sempre che siano comunicazioni ufficiali e, ignaro, le apre. I malviventi sono bravissimi, tra l’altro, a replicare la grafica delle pagine Internet di questi Enti, e a colpo d’occhio è quasi impossibile riconoscerle da quelle vere.
Con un po’ di attenzione, però, si può capire che il messaggio in questione è fasullo, e si può evitare di cadere nella trappola. Chi non presta attenzione rischia grosso. Nel messaggio che circola in questi giorni, infatti, è scritto: “Rimborso di 195 euro a vostro favore. Buongiorno, si prega di inviare la richiesta di rimborso per consentirci di trattartelo il prima possibile“. A seguire, l’utente trova un link: accedendo, va a compilare una serie di moduli con i suoi dati anagrafici/bancari, che dovrebbero servire a ricevere il credito.
In realtà, a questo punto il cyber criminale ha già “vinto”. Se riesce a farsi dare password, codici di accesso bancari/previdenziali e Iban, in men che non si dica svuoterà il conto corrente della vittima. Ma non è tutto, perché a seconda dei dati che riesce a carpire può perpetrare altre truffe, di stampo ancora più grave.
Torniamo un attimo al testo della mail riportato più su. Ad una lettura un po’ più attenta si può notare che la “forma” lessicale suona un po’ male. Questo è segno inequivocabile che si tratta di una truffa. Non è necessario essere esperti linguisti per notare anche errori grammaticali. Un accento o un apostrofo che mancano, una virgola di troppo, un maschile al posto di un femminile sono altrettanti indicatori che permettono di non cadere nella trappola.