Switch off, in Italia continua l’aggiornamento: le ultime regioni coinvolte

Regione per regione si prosegue a passo spedito verso quella che si prospetta come una vera e propria rivoluzione.

Lo switch off, il passaggio alla nuova concezione di digitale terrestre arriva a coprire sempre più località nel nostro paese. Tra iniziative di natura sperimentale ed altre di vera e propria applicazione della nuova tecnologia l’Italia inizia ad intravedere una copertura capillare del nuovo sistema che offrirà una visione completamente nuova ai cittadini. La rivoluzione insomma è appena iniziata.

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La rivoluzione annunciata nei mesi passati sta gradualmente portando avanti quel progetto descritto a più riprese dalle istituzioni e dai tecnici. Un nuovo modello, un nuovo sistema, la tv che si aggiorna che passa al livello successivo, la qualità dell’immagine, un prodotto che arriva nelle case degli italiani in modo completamente diverso. Inoltre una nuova strumentazione, la possibilità di accedere attraverso di essa a sempre più contenuti. Un sistema come anticipato che insomma passa al livello successivo ed offre alla platea degli utenti il frutto di ricerche e dinamiche innovative. Il vantaggio, insomma, è per tutti.

Sempre nel corso dei mesi passati sono stati annunciati anche i vari livelli di questa piccola rivoluzione. I graduali cambiamenti, regione per regione che avrebbero portato al passaggio allo allo standard DVB-T2. Una nuova concezione di digitale terrestre, con gli switch off, i passaggi alla nuova tecnologia annunciati come anticipato attraverso un unico calendario. A questo punto la fase successiva al lancio del nuovo progetto ha riguardato chiaramente la modifica delle strumentazioni. Dei decoder digitali terrestri ed in alcuni casi anche delle stesse tv.

Anche in questo caso le istituzioni sono intervenute in maniera abbastanza evidente con la proposta di misure che sono servite a sostenere in qualche modo la spesa che ogni famiglia italiana ha dovuto sostenere o dovrà sostenere nei prossimi mesi. Il bonus decoder per far fronte all’acquisti di almeno un decoder in casa ed inoltre quello tv, del tutto diverso dal primo. In quel caso, infatti si è trattato di una misura che prevedeva la rottamazione di un vecchio apparecchio televisivo. Il contributo elargito dallo Stato è calcolato quindi in base all’importo del nuovo televisore acquistato. Tutto molto vantaggioso insomma.

Switch off, in Italia continua l’aggiornamento: tutte le scadenze fino al gennaio 2023

Il progetto messo in piedi dal Governo italiano prevede il passaggio alla nuova tecnologia del digitale terrestre in tutto il paese entro il primo di gennaio del 2023. La qualità mpeg-4 a quel punto farà ufficialmente il suo ingresso in tutte le case degli italiani. Altro motivo importante, che ha dato di fatto origine all’intera operazione è la liberazione delle frequenze 700 Mhz. Queste, passeranno all’essere utilizzate dalla telefonia per quel che riguarda la nuova tecnologia 5G.

Rivoluzione digitale terrestre: le offerte più interessanti travolgono il mercato

Il processo di cambiamento del nuovo digitale terrestre culminerò il prossimo 14 marzo. Questo nelle seguenti zone regioni e province: Veneto, provincia di Mantova, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna (fatta eccezione per la provincia di Piacenza). Inoltre tra il 3 gennaio ed il 9 marzo le regioni e province interessate al passaggio alla nuova tecnologia sono le seguenti: Valle d’Aosta, il Piemonte, la Lombardia (tranne la provincia di Mantova) e le province di Piacenza, Trento e Bolzano.

Nonostante le apparenti buone intenzioni da parte delle istituzioni non sono mancate le proteste e gli spunti di riflessione. Questo da parte del mondo associativo vicino alle emittenti soprattutto locali che rischiano fortemente di scomparire con la nuova modalità d’azione sancita dallo stesso Governo.

La posizione del mondo associativo

Nei mesi passati, ad esempio, Aeranti-corallo, maggiore associazione di categoria dell’emittenza locale con più di 600 imprese radio-tv rappresentate, attraverso il suo coordinatore Rossignoli aveva lanciato il seguente allarme: “Riteniamo imprescindibile – dichiara Rossignoli – che il passaggio avvenga direttamente al formato Dvb-T2 senza alcun passaggio intermedio alla tecnologia Mpeg4. Sarebbe, infatti, incomprensibile un doppio passaggio tecnologico a distanza di poche settimane”.

Rossignoli inoltre approfondisce il tema rispetto al destino delle emittenti locali: “In ogni caso sarebbe inaccettabile – continua il coordinatore associativo – una prosecuzione delle trasmissioni con l’attuale tecnologia DVBT-Mpeg2. In tal modo gli spazi trasmissivi per l’emittenza locale verrebbero ulteriormente ridotti in modo molto rilevante, con ogni evidente conseguenza.

La riduzione delle frequenze delle tv locali – conclude – è prevista sul presupposto che sia adottata una nuova tecnologia capace di aumentare la capacità trasmissiva di ogni frequenza. Se la capacità trasmissiva di una frequenza restasse quella attuale il ridimensionamento del comparto locale sarebbe inevitabile”.

Le conclusioni insomma portano ad una riflessione profonda, certo, ma in ogni caso la strada sembra tracciata e salvo incredibili sorprese il tutto, calendario compreso dovrebbe essere rispettato. La rivoluzione del settore insomma è davvero vicina.

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