Negli ultimi giorni è in atto una campagna molto attiva che annuncia la fine del Super Green Pass. Ma è davvero così o si tratta dell’ennesima “presa in giro”?
Super Green Pass. Questo termine sta diventando purtroppo ormai parte del quotidiano. Ad un certo punto – sarebbe interessante capire quando – si è persa un po’ la cognizione di causa. Cosa c’entrano i contagi con il Certificato verde? Sembrerebbe molto poco, visto il “fallimento” della campagna vaccinale. Fallimento, si badi bene, più che altro per quanto riguarda la tanto agognata “immunità”. Abbiamo capito che i vaccini e relativi “booster” proteggono dalla forma grave della malattia, che non è poco, ma comunque non dal trasmettere (e prendere) il virus.
Ad un certo punto, chissà quando, si è persa la capacità critica di distinguere la medicina dalla politica. Che, se succede tra avventori di un bar ci può anche stare. Ma quando capita a esponenti di alto livello politico e giuridico forse c’è qualcosa che non quadra. E non stiamo parlando di alieni, chip o 5G. Qui si sta parlando del significato del Green Pass. Ma andiamo per gradi.
“Travolti dall’insostenibile leggerezza del foglio verde”, si potrebbe affermare parafrasando il famoso “motto” di Milan Kundera. Per chi non lo conoscesse, Kundera è uno scrittore, poeta, saggista e drammaturgo ceco noto per la famosa opera letteraria titolata appunto “l’insostenibile leggerezza dell’essere”.
Kundera pensa che “la vita è una sola e ciò che si verifica una sola volta è come se non fosse mai accaduto. I tedeschi dicono “Einmal ist Keinmal” ovvero, traducendo letteralmente “ciò che si verifica una sola volta (einmal) è come se non fosse accaduto mai (keinmal)”. Il poeta nella sua opera vuol dire che “l’esistenza e le scelte umane sono del tutto irrilevanti, e in ciò risiede la loro leggerezza.”
E ancora: “Soltanto se l’Essere è e non può non essere, come sosteneva Parmenide, allora tutto acquista un Senso, risulta pesante, eterno, imperituro, infinito; se al contrario prevale il Divenire, tutto scorre in modo eracliteo e diviene leggero, unico e irripetibile. Esiste quindi un contrasto tra questa insostenibile leggerezza dell’esistenza e la necessità umana di trovare un significato, un Senso. Ecco il terribile paradosso insostenibile che accomuna gli esseri umani. Da tutto ciò rampolla il contrasto tra Necessità e Contingenza, Libertà e Destino.”
Se applichiamo questo pensiero filosofico al Super Green Pass ci accorgiamo che esso è divenuto una necessità/contingenza, che cozza dunque con la libertà, destino e il divenire naturale delle cose. Che non sono più in mano al singolo, ma completamente in balia di quella che è la nuova normalità. Perché diciamocelo, i politici l’hanno sempre affermato che “nulla sarà mai come prima”; con un candore e una leggerezza, appunto, tanto forte da far male.
Nonostante gli annunci roboanti degli ultimi giorni, non è dato sapere se il certificato verde avrà mai una fine. Fine che, in teoria, dovrebbe essere collegata alla fine dello stato di emergenza. Il Green Pass, in fondo, era nato per permettere, appunto in un momento particolare, unico e a termine, la continuità dell’economia.
Si legge dunque che il Governo, prevede: “Già dal mese di marzo un allentamento del green pass, graduale, partendo magari ovviamente dai luoghi all’aperto. Per poi arrivare, gradualmente, all’addio del green pass per questi luoghi. Stesso discorso dovrebbe valere per il trasporto pubblico locale, mentre dovrebbe restare la certificazione verde per i percorsi a lunga percorrenza”.
A parte il fatto che tutti questi “dovrebbe” risultano quasi stucchevoli. Ma in sintesi: per andare al ristorante (fuori), in piscina (fuori), allo stadio (esterno), e altre attività del genere non servirà più essere bi-tri vaccinati, ma si dovrà comunque fare un tampone. Ergo Green Pass Base. Idem per prendere l’autobus nella propria città. Ma attenzione, non un treno per arrivare dall’altro capo dell’Italia per cui servirà comunque aver effettuato il ciclo completo di vaccini. “Alla fine”, dicono, “non sarà più necessario”. Ma quando? Non si sa se la data del 15 giugno possa essere quella definitiva. Dovrebbe.
Per quanto riguarda il lavoro, il Super Green Pass dovrebbe restare obbligatorio almeno per qualche altro mese, tanto più che ora ha validità illimitata – cioè senza scadenza – per chi ha ricevuto il booster. Ecco, su queste parole dovrebbe essere fatta una doverosa riflessione. Ma se si tratta di un mezzo che andrà a “morire lentamente e gradualmente”, che senso ha offrire il “biglietto gratis illimitato”? È come se una compagnia telefonica offrisse traffico gratis “verso tutti per sempre” sapendo che da qui a giugno fallirà.
Dunque il Green Pass, nelle sue forme Super-Base-Extra-Mega o altro è destinato a tornare, inesorabilmente, con l’arrivo dell’autunno e di conseguenza con le malattie invernali? Nessuno del Governo sembra voler svelare cosa succederà a fine 2022. Forse la politica potrebbe pensare alle parole del Kundera: “la vita è una sola e ciò che si verifica una sola volta è come se non fosse mai accaduto” e promettere agli italiani che questo incubo Green Pass è stato un qualcosa che mai più si ripresenterà, sotto nessuna forma, “light” o “super” che dir si voglia. Allora sì, sarà “come se non fosse mai accaduto”. Ma il continuare a “cambiare la ricetta” fa pensare ad una cosa sola: che questo benedetto Lasciapassare non ci abbandonerà, anzi, è destinato a mostrare chissà se più di 50 sfumature (di verde).
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