“Nessuna SIM Inserita”: questo avviso forse lo ricorderanno meglio coloro che hanno visto “nascere” i cellulari.
Era molto frequente imbattersi in una difficoltà tecnica di questo tipo. Oggi, però, lo stesso messaggio fra tremare gli utenti. Per capire come mai, dobbiamo un attimo tornare indietro nel tempo.
La cosiddetta Generazione X (i nati tra gli anni ’60 e la fine dei ’70 n.d.r) si può dire che in fatto di cellulari le ha viste proprio tutte. Forse con un pizzico di nostalgia rimembrano il famoso “bananino”, le batterie che erano pesanti come mattoni, le antenne estraibili del Motorola, gli schermi che mostravano un miliardesimo di informazioni rispetto agli odierni smartphone. Ma anche l’indistruttibilità di quei dispositivi, che hanno davvero fatto la storia.
Una delle cose che capitava più di frequente era l’incompatibilità della SIM con il telefono. Chi acquistava un cellulare “firmato” TIM, ad esempio, doveva montare SIM del medesimo operatore. Chi tentava di inserire una SIM Omnitel (oggi Vodafone n.d.r) su un Nokia TIM riceveva l’impietoso messaggio: “nessuna SIM inserita”. Fortunatamente questo monopolio ha avuto vita breve e oggi chiunque può acquistare qualunque modello di telefono e cambiare operatore in totale libertà.
Il messaggio “nessuna SIM inserita”, però, è tornato, e porta con sé grossi guai. Il significato apparente dell’avviso è tecnicamente semplice. Molto probabilmente la SIM non è stata collocata correttamente nell’alloggio previsto, e va sistemata. In effetti quelle di oggi sono davvero micro e talvolta maneggiarle è un vero incubo. Il problema è che chi riceve questo tipo di messaggio deve stare molto attento. È altamente probabile che si trovi di fronte all’ultimo tipo di attacco criminale.
I malintenzionati stanno affinando le loro tecniche, e i possessori di cellulari (cioè praticamente tutti) stanno correndo un grave pericolo. Il nuovo attacco si chiama “SIM Swap”, e come suggerisce il nome c’è in ballo un vero e proprio scambio di SIM. In pratica, i cyber criminali clonano il chip, magari utilizzando truffe “classiche” perpetrate tramite e-mail o SMS. Una volta che hanno il controllo della SIM possono sferrate attacchi mirati e causare danni ingenti.
L’esempio più classico? Chi utilizza App per gestire il conto in banca, ad esempio, sicuramente adotta il sistema di sicurezza dell’autenticazione a due fattori. Quando si esegue un’operazione, la banca invia tramite SMS un codice temporaneo, così che solo le transazioni autorizzate dall’utente vadano a buon fine.
Chi ha in mano il controllo della SIM può appropriarsi di questi codici e, in men che non si dica, svuotare letteralmente il conto in banca. Ma non è tutto perché con l’identità della SIM violata i criminali possono fare di tutto. Attivare nuovi abbonamenti, acquistare dispositivi, rubare i dati in essa contenuti come nomi e altri numeri di telefono, e quindi avere infiniti utenti da truffare.
Attenzione dunque, se compare il messaggio “Nessuna SIM inserita”, è bene perdere qualche minuto di tempo e far controllare immediatamente il cellulare presso un centro autorizzato. Una cautela in più può salvare da grossi problemi.
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