Secondo quanto riferito da Bloomberg giovedì, il presidente russo Vladimir Putin ha in programma dei piani per regolamentare il mining di criptovalute nel paese.
La scorsa settimana, la Banca centrale russa ha rivelato la sua proposta di vietare completamente le transazioni e il mining di criptovalute in Russia. Evento che alcuni hanno collegato al recente calo di bitcoin e di tutte le criptovalute.
Il divieto proposto ha però attirato le critiche di diverse figure di spicco dell’opposizione politica.
Putin e la conferenza sul mining di criptovalute
Vladimir Putin, durante una videoconferenza del 26 gennaio con i membri del Governo Russo, ha iniziato la sua discussione con delle dichiarazioni molto importanti riguardanti l’intero settore, in particolare sul fronte della regolamentazione:
“Vorrei iniziare con una questione che è attualmente sotto i riflettori: la regolamentazione delle criptovalute.
Naturalmente, abbiamo anche alcuni vantaggi competitivi qui, specialmente nel cosiddetto mining. Intendo l’eccedenza di elettricità e il personale ben formato disponibile nel Paese. “
Anche il Ministro delle Finanze Ivan Chebeskov si è mostrato contrario alla proposta di questo divieto generale. Meglio una regolamentazione, ha dichiarato il ministro, affermando:
“E’ necessario dare a queste tecnologie l’opportunità di svilupparsi. Al riguardo, il Ministero delle Finanze è attivamente coinvolto nello sviluppo di iniziative legislative in termini di regolazione di questo mercato.”
“Dobbiamo regolamentare, non vietare” ha poi aggiunto.
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Verso la regolamentazione
E’ ormai comprovato quindi che Putin abbia richiesto alla banca centrale di lavorare in collaborazione con il governo su un percorso condiviso in modo da consentire attività regolamentate legate alle criptovalute.
La Russia ha legalizzato la proprietà delle valute virtuali nel 2020, ma non sono attualmente consentite come mezzo di scambio nel paese.
Bloomberg ha poi pubblicato oggi un nuovo report citando fonti anonime che hanno familiarità con la questione.
Il piano del presidente Putin vedrà il mining di criptovalute limitato alle regioni del paese con fornitura di elettricità in eccesso e comporterà l’imposizione di tasse sugli stabilimenti approvati nel paese.
“Il sostegno del presidente, combinato con i suoi commenti pubblici di questa settimana, significa che è probabile che le proposte vengano approvate“, viene dichiarato nel rapporto di Bloomberg.
Sembrerebbe proprio che il presidente non abbia nessuna intenzione di far fuggire all’estero un intero settore di mercato in espansione come quello delle criptovalute. Pare piuttosto che sia intenzionato a sfruttarlo e potenziarlo, a patto che vengano seguite delle linee guida generali valide per tutti.
La Russia è al terzo posto tra i paesi dove si effettua mining, secondo i dati del sito web Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index (CBECI). Gli Stati Uniti e il Kazakistan occupano la prima e la seconda posizione, ma la carenza di energia di quest’ultimo potrebbe portare a un’ulteriore migrazione di hashrate verso altri paesi.
Durante un periodo di forte volatilità del prezzo come questo, non resta che vedere se tali dichiarazioni porteranno ad un cambiamento nel sentimento di mercato e, magari, ad una inversione di tendenza.