Dopo El Salvador è il turno di Tonga che ha deciso di adottare la stessa legge del paese centro americano per rendere Bitcoin moneta legale.
Un ex deputato ed ex legislatore del parlamento Tonga, tale Lord Fusitu’a, ha infatti ammesso che in una sentenza “praticamente identica a quella della legge di El Salvador” il suo Paese ha accettato Bitcoin come valuta legale.
Oltre 100.000 tongani ne sarebbero da subito già interessati e Lord Fusitu’a ha dichiarato che l’iter burocratico, e non solo, per far diventare Bitcoin valuta legale, potrebbe concludersi già alla fine di quest’anno, tra novembre e dicembre.
Le voci su Tonga e Bitcoin
Già nel corso dello scorso anno si sentivano voci riguardanti Tonga come una seconda El Salvador, soprattutto a seguito di un podcast tenuto proprio da Lord Fusitu’a in compagnia di un Bitcoiner di Bedford, Peter McCormack.
Per Tonga non si tratta solo di accettare le crypto come monete, ma piuttosto una vera e propria scommessa per l’economia del futuro di un arcipelago insulare che non conta poi chissà quante persone, anche perché gran parte dei tonghiani sono residenti all’estero; si stima che per una popolazione residente di circa 100.000 abitanti, 128.000 vivano all’estero.
L’adozione di un protocollo open-source potrebbe anche sfruttare il fatto di essere un arcipelago insulare per stabilire una sorta di economia circolare interna al paese. Certo, anche solo per iniziare a pensare una cosa del genere, bisogna che tutto l’arcipelago sia ben fornito a livello di infrastrutture internet. I dati della Banca Mondiale, aggiornati a circa 5 anni fa però, davano Tonga al 50% per presenza di connessione internet. Lord Fusitu’a, però, afferma che ormai Tonga può vantare una copertura internet del 90%.
Ad ogni modo sarà sicuramente necessario un potenziamento della larghezza di banda su tutto il paese e, nonostante i tempi possano facilmente allungarsi, Lord Fusitu’a crede fermamente che Bitcoin sia il futuro non solo di Tonga ma del mondo intero.