Banconote che hanno prestato il volto al nostro paese, se cosi si può dire, e non sarebbe un’esagerazione.
La banconota o la moneta per eccellenza di un determinato paese? Non è certo cosa facile individuarla, ma nemmeno poi tanto difficile, basta soltanto essere attenti. Il discorso, certo potrebbe riguardare anche il nostro paese, anzi lo riguarda pienamente. In quanto a simbologie, associazioni, visioni romantiche persino di banconote e monete siamo secondi a nessuno. Ed allora ecco che rispunta un antico motivetto.. “se potessi avere… “, di cosa si parlava in quella canzone? Una banconota certo, ma quale? Quale taglio che ha dato vita poi ad una letteratura e non solo completamente personale, si potrebbe dire.
1000 lire al mese si cantava, tutti lo ricorderanno, tutti hanno ascoltato quel motivetto almeno una volta nella vita. Cosa succede quindi nel momento in cui una banconota oppure una moneta entra fino a questo punto in “confidenza” si potrebbe dire con quella che è la realtà sociale del paese che la stampa o che la conia. Succede che quell’idea entra nell’immaginario collettivo. Succede che 1000 lire diventa molto più che una moneta, diventa una sosta di status, una visione romantica di un tempo smarrito nel tempo, oggi, quasi dimenticato dalla maggior parte della popolazione.
L’ultimo esemplare di 1000 lire, stampato nel nostro paese è quello al centro del nostro discorso. Ultimo scorcio su una banconota che ha letteralmente fatto la storia, prodotta tra il 1990 ed il 1998, rimasta in sella se cosi si può dire fino all’arrivo dell’euro, nel 2002. Più di una banconota, più di un semplice titolo di scambio. L’immagine di Maria Montessori, scienziata, educatrice, neuropsichiatra, il cui nome è legato a quello del nostro paese per i successi di quel metodo educativo che ancora oggi fa proseliti in giro per il mondo. La sua immagine, il suo sguardo su uno dei biglietti forse più di tutti entrati nel mito.
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Maria Montessori, scomparsa nel 1952 in Olanda, ha lasciato con molta probabilità al nostro paese una delle banconote di gran lunga più apprezzate in assoluto dai collezionisti, oltre chiaramente alla sua enorme opera scientifica e non solo. La sua immagine, al pari di Giuseppe Verdi, Vincenzo Bellini, Galileo Galilei o Marco Polo, ha letteralmente rapito il gusto e la memoria di ogni appassionato. Quella da 1000 lire di inizio anni novanta, che vanta una storia assolutamente recente può valere in ogni caso un bel gruzzoletto. Alcune versioni, alcune annate, in ottimo stato di conservazione possono valere anche 50 euro al pezzo.
“Bambini allo studio” dell’artista Armando Spadini, realizzato nel 1918, riempie la vista del retro della famosa banconota, anch’essa ormai nell’immaginario collettivo italiano. Pezzo che ha fatto storia insomma, al pari forse della banconota più comunemente definita “Italia ornata di perle”, taglio da 1000 lire anche in quel caso, stampata nel 1947, in pieno dopoguerra insomma, vale oggi molte centinaia di euro in base sempre a fattori che ne caratterizzano le varie versioni. Una banconota che è simbolo recente della storia del nostro paese.
La ripresa, il risorgere dalle ceneri e dalle tragedie della guerra. Trovare la forza di andare oltre di guardare oltre, di immaginare un futuro completamente diverso. La speranza e la voglia di ricominciare, fattori che portano l’Italia al boom degli anni sessanta, momento d’oro per il nostro paese. Quella moneta ha quel compito, quell’indirizzo, quella visione. Possederla vuol dire avere chiara testimonianza, avvertirla toccarla, di ciò che è stato il nostro paese in alcuni decenni. 1000 lire e tante emozioni insomma, una banconota intramontabile che è simbolo certo della nostra Italia. I collezionisti questo lo sanno e puntano forte su uno degli ultimi gioielli della vecchia lira.
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