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Banco BPM: la storia recente di una fusione che ha cambiato l’economia italiana, tutta la verità

Si potrebbe dire che in fondo Banco Bpm ha una storia abbastanza recente e infatti tutto questo corrisponde alla più sacrosanta delle verità.

Banco BPM: storia di una fusione recente

Il Banco Bmp altro non è che il frutto della fusione tra il Banco Popolare BP, con sede a Verona, e la vecchia affidabile BPM Banca Popolare di Milano, punto di riferimento da sempre dell’area lombarda.

Una perfetta sinergia quella messa in atto tra Lombardia-Veneto, avvenuta nel “recente” 2016, che permette di dare vita ad una delle banche più solide del panorama nazionale. E soprattutto ad un importante punto di riferimento per i risparmiatori e l’imprenditoria del nord Italia.

Banco BPM: una storia giovane, una rapida ascesa

Il Nord che lavora, il Nord che investe, ha in Banco Bpm, di certo, una base importante sulla quale contare.

Al centro di varie ipotesi di M&A (mergers and acquisitions, ovvero fusioni e acquisizioni), Banco BPM si conferma di essere già parte della storia del panorama creditizio italiano.

Raccontiamo allora le origini e lo sviluppo di quello che è diventato il terzo gruppo bancario per quota di mercato fino ai giorni nostri, dove l’avvento del Coronavirus che ha cambiato letteralmente tutto il quadro economico-sociale del Paese.

Tutto si costruisce su acquisizioni e fusioni

Tutto ha inizioc come detto il 23 marzo 2016, la data è di quelle storiche da ricordare nella memoria della storia della finanza italiana, quando il più grande gruppo bancario cooperativo italiano, Banco Popolare, firma un significativo protocollo d’intesa con l’ottava banca italiana per capitalizzazione, ovvero Banca Popolare di Milano.

Tale documento stabilisce che i due istituti daranno luogo a un atto di fusione. L’istituto che vedrà la luce si chiamerà Banco BPM Spa.

Cosa accade con l’unione di BP e BPM

Il 24 maggio dello stesso anno vi è la ratifica del protocollo da parte dei CdA delle due banche e il 15 ottobre le rispettive assemblee dei soci approvano la fusione con efficacia a partire dal 1° gennaio 2017.

L’aggregazione darà luogo ai seguenti rapporti di cambio. Per ogni azione detenuta, un azionista del Banco Popolare ne riceverà una del Banco BPM. Per ogni 6,386 azioni detenute, un azionista della Banca Popolare di Milano otterrà un’azione del Banco BPM.

Il 13 dicembre 2017

L’atto di fusione viene stipulato il 13 dicembre. Si stabilisce così che il nuovo costituendo Banco BPM avrà un capitale rappresentato per il 54,6% dagli azionisti Banco Popolare e per il 45,4% dai soci della Banca Popolare di Milano.

Così nasce ufficialmente il terzo gruppo bancario del Paese, dopo Intesa Sanpaolo e UniCredit, con una quota di mercato del 7%, 2.300 filiali, oltre 4 milioni di clienti raggiunti e una forza lavoro rappresentata da 25 mila dipendenti.

Lombardia, Veneto e Piemonte, ma non solo

Il gruppo è fortemente radicato in Lombardia, Veneto e Piemonte ma, con l’eccezione del Trentino Alto Adige, è presente in tutte le Regioni italiane. Gli istituti di credito facenti parte del gruppo sono i seguenti: Banca Popolare di Milano, Banca Popolare di Verona, Banca Popolare di Novara, Banca Popolare di Lodi, Credito Bergamasco, Banco S.Geminiano e S.Prospero, Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno, Banca Popolare di Cremona, Banca Popolare di Crema, Banco di Chiavari e della Riviera Ligure, Banco San Marco, Banca Popolare del Trentino, Cassa di Risparmio di Imola, Banco Popolare Siciliano, Banca Aletti, Banca Akros, ProFamily, Webank.

L’amara realtà dell’emergenza sanitaria è già storia da raccontare per Banco BPM

Il 2020 si apre nel peggiore dei modi. L’arrivo del Covid-19 destabilizza tutto il settore economico-sociale nazionale con riflessi a livello bancario assolutamente rilevante. Proprio per questo motivo la BCE invita gli istituti di credito europei a rinunciare alla distribuzione dei dividendi e alle operazioni di buyback sul capitale almeno fino al 31 ottobre 2020.

Nel contempo però i grandi gruppi bancari lavorano nella direzione di possibili integrazioni, alcuni alla luce del sole, altri sotto traccia. Riguardo Banco BPM si rincorrono parecchie voci su una possibile fusione con UniCredit. Se a febbraio le indiscrezioni di stampa vengono categoricamente smentite dall’amministratore delegato di UniCredit, Jean Pierre Mustier, oggi invece esiste più di un’ipotesi concreta che l’affare possa andare in porto.

Non è però l’unica ipotesi sul tavolo quella dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna. Negli ultimi mesi si sono intensificati i rapporti con i vertici di Banca MPS per una M&A in considerazione dell’uscita dal capitale sociale della banca senese da parte dello Stato che dovrà avvenire nel 2021. Il dossier è allo studio degli advisor ma l’affare sembra che incontri un ostacolo non da poco che riguarda un aumento di capitale di svariati miliardi per rafforzare il patrimonio. Questo probabilmente non verrebbe percepito dal mercato in maniera molto positiva.

I settori operativi di Banco BPM

I settori di attività in cui opera Banco BPM sono molteplici. Si parte dall’attività classica di intermediazione bancaria alle operatività multicanale con particolare riguardo alle nuove tecnologie digitali, all’internet banking e al trading online in campo finanziario.

Spazio al settore assicurativo

Molto sostenuta è la presenza nel settore assicurativo dove negli anni Banco BPM si è reso protagonista di operazioni rilevanti. Il 29 giugno 2017 l’istituto lombardo-veneto rileva il 49% di Popolare Vita Spa che opera appunto nel ramo vita e Avipop Assicurazioni Spa specializzata nel ramo danni. Questo dopo aver sciolto una partnership proprio con le due compagnie. L’operazione ha un costo di 803,4 milioni di euro.

Nove mesi più tardi, esattamente il 29 marzo 2018, Banco BPM cede a Cattolica il 65% delle due società assicurative e stipula un contratto di partenariato con la compagnia guidata da Paolo Bedoni di durata quindicennale. Il deal comporta che Cattolica assuma la guida delle assicurazioni che a loro volta diventano Vera Assicurazioni.

Le attività di investimento

Verso la fine del 2018 e l’inizio del 2019 alcune operazione societarie vengono messe in piedi con lo scopo di semplificare e migliorare tutta la struttura organizzativa della società. Alcuni istituti sono incorporati in Banco BPM Spa come Banca popolare di Milano Spa, Società Gestione Servizi BP Soc. Consortile p.az. e BP Property Management Soc. Consortile a.r.l.

Riguardo l’attività d’investimento vi è la concentrazione in Banca Aletti delle attività di private banking e in Banca Akros di quelle di investment banking. Per ciò che attiene al credito al consumo, è effettuata la cessione ad Agos-Ducato di ProFamily Spa, dopo la scissione di quest’ultima di alcune attività che sono confluite in una società di nuova costituzione sotto il controllo di Banco BPM.

L’azionariato e le relative percentuali

L’azionariato a livello rilevante del gruppo bancario è così composto.

  • Capital Research and Management Company 4,99%
  • Invesco Ltd. 2,57%
  • Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri – FONDAZIONE ENPAM  1,95%
  • Fondazione Cassa di Risparmio di Torino 1,78%
  • Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca 1,24%
  • Calzedonia Holding S.p.A. 1%

Effetto roboante al debutto in Borsa nel 2017

Il resto è sul mercato. Quando debuttano in Borsa le azioni del neonato Banco BPM l’effetto è roboante. Nella giornata del 2 gennaio 2017 gli acquisti degli operatori spingono il titolo fino a un guadagno del 9,07%. L’andamento negli anni del corso azionario è stabile con un picco massimo raggiunto il 2 ottobre 2017 e un minimo di 1,012 toccato il 22 maggio 2020 in piena crisi Covid. Oggi le azioni viaggiano intorno a 1,25, in calo del 62% dall’inizio dell’anno solare.

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Le filiali di Banco BPM oggi

Il gruppo, con un attivo di 167 miliardi di euro, 3,8 milioni di clienti, 1.727 filiali, 21.941 dipendenti e una quota di mercato dell’7%, è il terzo gruppo bancario italiano più grande dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit. Il codice ABI del Banco BPM S.p.A. è lo 05034, lo stesso dell’ex Banco Popolare.

Banco BPM: il Cda attuale

Massimo Tononi. Presidente. Laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi nel 1988. Fino al 1993 ha lavorato presso l’ufficio londinese di Goldman Sachs, occupandosi prevalentemente di fusioni ed acquisizioni tra imprese. Nel 1993 è diventato Assistente del Presidente dell’IRI, per poi tornare, nel 1994, alla Goldman Sachs, di cui è diventato Partner Managing Director, prima nell’ufficio di Milano e poi in quello di Londra.

Mauro Paoloni. Vicepresidente. È Professore Ordinario di Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Roma Tre ed esercita la professione di consulente economico-aziendale su temi in materia di finanza, contabile, operazioni straordinarie, crisi d’impresa e valutazione di aziende. Ha ricoperto la carica di Vice-Presidente del Consiglio di Sorveglianza della Banca Popolare di Milano dal 2013 (dove dal 2011 era Consigliere di Sorveglianza e membro del Comitato di Controllo Interno) al 31 dicembre 2016.

Giuseppe Castagna. Dal 21 gennaio 2014 al 31 dicembre 2016 è stato Consigliere Delegato e Direttore Generale della Banca Popolare di Milano S.c. a r.l. Ha altresì ricoperto rilevanti incarichi di direzione presso il Gruppo bancario Intesa Sanpaolo, presso il quale ha prestato la propria attività dal 1981 al 2013.

Banco BPM: la sicurezza e gli stress test regalano risultati confortanti

Il gruppo Banco Bpm ha partecipato al 2021 EU-wide stress test condotto dall’European Banking Authority (EBA) in collaborazione con Banca d’Italia, la Banca Centrale Europea (BCE) e il Comitato Europeo per il Rischio Sistemico (ESRB – European Systemic Risk Board).

L’esercizio EU-wide stress test 2021 non presenta soglie minime da rispettare e costituisce, invece, un’importante fonte di informazioni a fini SREP. I risultati supporteranno le Autorità Competenti nell’analisi della capacità di Banco Bpm di rispettare i requisiti di capitale in scenari di stress.

La solidità dimostrata nello scenario Baseline, derivante dalla capacità di Banco Bpm di generare valore attraverso il business caratteristico, e la resilienza manifestata nello scenario Adverse, sono confermate dai seguenti risultati, che si confrontano con un punto di partenza pari al 13,23% in termini di CET 1 ratio fully loaded al 31 dicembre 2020:

  • CET1 ratio fully loaded post impatto Stress Test Baseline scenario pari a 14,67% al 2023;
  • CET1 ratio fully loaded post impatto Stress Test Adverse scenario pari a 7,01% al 2023.

Entrambi i risultati rispettano i requisiti minimi regolamentari sia nello scenario Baseline che Avverso.

Published by
Alfredo Iannaccone

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