Ci sono monete che incredibilmente ritornano sempre a comunque al centro della pubblica attenzione. Ecco quali.
Monete che hanno in qualche modo fatto la storia, rappresentato in una certa epoca storia l’impronta dello Stato che hanno rappresentato, le caratteristiche, i tratti di quello che in quel momento preciso quel particolare paese esprimeva. La storia della nostra cara lira è caratterizzata da momenti assolutamente entusiasmanti. Situazioni ed eventi che hanno dato in alcuni momenti all’Italia la spinta per reagire e superare determinate difficoltà. Le monete sono anche questo. Specchio di ciò che è stato, di ciò che ci ha preceduti.
Sono tante le monete che abbiamo scoperto valere tantissimi soldi e nemmeno forse ne eravamo consapevoli. Non si contano i casi in cui un taglio, una particolare versione di moneta sia stata considerata di valore assoluto contro ogni aspettativa ed immaginazione. La 100 lire del 1958 ad esempio, un valore stimato intorno ai 100 euro, un prezzo assolutamente eccezionale. Le 50 lire, le vecchie 50 lire in alcune particolari versioni, capaci di raggiungere un valore di svariate centinaia di migliaia di euro, ma questi sono casi eccezionali, torniamo con il nostro discorso ad esempi relativamente considerati nella norma, la vecchia 20 lire.
Gli anni venti del novecento, hanno rappresentato per alcune monete uno dei momenti forse di maggior splendore. Sono gli anni in cui l’Italia uscita dalla prima guerra mondiale si appresta a vivere l’esperienza del ventennio fascista. La storia porterà il nostro paese in un secondo conflitto mondiale. Negli anni venti, invece, sembrava che tutto potesse apparire lontano da una seconda guerra ed anche le monete, per volere dei governi provavano a tracciare nuove linee, nuovi apparenti stati d’animo. E’ il 1927, la 20 lire denominata “Littore e Italia genitrice” fa il suo ingresso sulla scena nazionale.
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Si festeggia con questa moneta il settimo anniversario della marcia su Roma. Su un facciata della moneta, re Vittorio Emanuele III, sull’altra, un uomo nudo che fa il saluto romano ad una donna, che sta a simboleggiare l’Italia. Intorno, l’anno di conio, l’anno fascista e stemmi e decorazioni di casa Savoia. Nonostante una tiratura non considerata bassa per il 1927, circa 3,5 milioni di esemplari, questa moneta oggi potrebbe valere in perfette condizioni circa 700 euro. Discorso diverso per quelle coniate nel 1928, con una tiratura più bassa ed un valore di circa 1000 euro, sempre in perfette condizioni.
Le versioni coniate invece tra il 1929 ed il 1934 detengono un valore puramente collezionistico, considerata la scarsissima tiratura di 50 pezzi a moneta. Le versioni coniate quindi nel 1930, 1932, 1933 e 1934 hanno oggi un valore di circa 400 euro. Quelle coniate nel 1929 e 1931 invece circa 200. Discorso diverso se si possiede l’intera collezione, per cosi dire di questa preziosa moneta. Un esemplare per ogni annata. Valore stimato di tutta la serie, circa 54mila euro. Davvero niente male insomma per una moneta che fino a pochi anni fa, nessuno forse avrebbe mai considerato.
Monete che hanno fatto la storia quindi, e che continuano in un certo senso a dettare legge. Il mercato numismatico vive di certe appassionate ascese ed i collezionisti di conseguenza ne apprezzano ogni aspetto.
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