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Criptovalute

Criptovalute, il giorno della fine sta arrivando: c’è chi non ha dubbi

Arriverà il giorno della fine per le criptovalute? Vincerà l’economia tradizionale, quella delle regole e delle tasse, o tutto è destinato davvero allo stravolgimento?

Criptovalute: ce la faranno a rivoluzionare l’economia?

Soprattutto cosa succederà all’economia del domani? Qualcuno aveva previsto che il 2021, che giunge a conclusione, sarebbe dovuto essere l’anno della svolta delle criptovalute.

Così è stato solo in parte, ma le evoluzioni sono dietro l’angolo. E tra i sogni di navigazione su Marte di Elon Musk e la crescita di Ethereum nulla è davvero escluso.

Ma arriverà un giorno in cui i Governi di tutto il mondo potrebbero “armarsi” e tagliare le gambe alle criptovalute?

Criptovalute: il futoro è davvero un percorso in ascesa?

La mannaia delle tasse e delle “regole dei Grandi Paesi”, a partire dagli Stati Uniti, potrebbe secondo qualcuno frenare sul nascere quanto è stato creato fino a questo momento.

Per altri tutto questo è impossibile, ma da qui a scalfire il muro dell’economia tradizionale ce ne passa. Chi avrà ragione? Solo il tempo può dirlo!

E le criptovalute saranno pronte ad affrontare queste eterne sfide?

Criptovalute, le eterne sfide di un mercato incerto

Com’è la situazione del mercato delle criptovalute? Questa è la domanda da un milione di dollari (a volte nel vero senso della parola) che sempre più persone si pongono, mentre tra un tweet e l’altro di Elon Musk il grande pubblico comincia a interessarsi al mercato delle criptomonete.

In realtà, di domande ne nascono ogni giorno di nuove perché si tratta di un mercato estremamente volatile e in continua evoluzione. Qui ogni previsione ha un grosso margine di errore.

Il muro delle Grandi Nazioni fermerà i sogni di Ethereum e compagni?

Ethereum è davvero il nuovo Bitcoin? Le criptovalute sono sostenibili dal punto di vista ambientale (il mining brucia moltissima energia elettrica)? E ancora, Elon Musk porterà i suoi fan sulla Luna con un razzo con il simbolo del Doge, la valuta meme che ha sfiorato 1 milione di dollari?

Cercheremo di rispondere ad alcune di queste domande, descrivendo i possibili scenari e i fattori da tenere presenti nei prossimi mesi. Sempre più persone, questo è certo, si affacciano su questo mercato virtuale.

2022 l’anno della svolta, qualcuno non ha dubbi

Se lo chiedono tutti, sia gli holder che i trader, cioè rispettivamente chi ha comprato criptovalute come investimento a lungo termine e chi invece compra e vende per speculare sulle fluttuazioni del mercato. Il 2022 sarà davvero l’anno della svolta delle criptovalute?

Sono accadute alcune cose importanti negli ultimi mesi.

  • Sono entrati in gioco nuovi attori importanti: governi come la Cina, fondi di investimento famosi, grandi aziende come Tesla.
  • Si comincia a parlare di regolamentazione del mercato, soprattutto dal punto di vista della fiscalità delle operazioni. Insomma, ora l’Agenzia delle entrate vuole la sua parte.
  • Sono passati mesi o anni dall’avvio di alcuni progetti legati a token e altcoin, e ora si comincia a vedere quelli validi e quelli che invece erano una mezza truffa.
  • Iniziano a investire i piccoli risparmiatori. Nonostante i consulenti bancari remino contro e sconsiglino a chiunque di investire in un mercato così volatile, la lunga stagnazione del mercato tradizionale e le enormi percentuali di guadagno potenziale hanno iniziato ad attirare anche gli utenti più piccoli e meno esperti.

2021 l’anno bullish

Tutti questi fattori, uniti alle dinamiche della borsa e degli altri mercati internazionali, rendono il 2021 ancora in corso un anno particolarmente bullish, ovvero in salita. Fino a oggi, giorno in cui Musk ha twittato che Tesla non accetterà più i Bitcoin come metodo di pagamento, l’ottimismo era forte e la capitalizzazione del mercato era semplicemente da record (il 7 maggio, quasi 2.500 miliardi di dollari).

All’improvviso, mentre questo post viene scritto, molte delle principali criptovalute stanno registrando crolli anche superiori al 10%, dato che come sempre il Bitcoin esercita un effetto trainante su tutto il mercato. Di quei 2.500 miliardi, ben 365 miliardi di dollari sono stati spazzati via in seguito alla dichiarazione di Musk.

Mercato imprevedibile e nuovi possibili scenari

Insomma, siamo di fronte a un mercato realmente imprevedibile, dove si scontrano gli interessi di enormi imprese con le speranze degli speculatori. Nel mezzo si trovano quei pochi progetti legittimi e solidi che hanno deciso di puntare sulle criptovalute per finanziarsi e per funzionare.

Proprio osservando questi progetti, possiamo delineare alcuni scenari possibili per il mercato delle criptovalute. Innanzitutto, possiamo prevedere che a medio termine (ma forse anche in queste ore) il lunghissimo momento di hype delle criptovalute potrebbe finire. Il ritmo di crescita del mercato è troppo sostenuto per durare all’infinito, prima o poi deve frenare ed è probabile che lo faccia prima dell’inizio della prossima estate, seguendo i calendari delle borse “tradizionali”.

I colpi di mannaia degli Usa e delle sue sorelle

Se il mercato si ridimensionasse, il comportamento degli investitori potrebbe cambiare. I ricavi degli speculatori potrebbero diminuire, rendendo le operazioni con le cripto meno allettanti rispetto agli ultimi mesi. D’altra parte, una riduzione della volatilità potrebbe attirare più investitori di grosso calibro e di profilo meno votato al rischio, quindi anche istituti finanziari, fondi e così via.

Inoltre, sappiamo che già da mesi la UE e gli Stati Uniti stanno lavorando a un quadro normativo di riferimento da applicare alle criptovalute e all’impiego della blockchain.

Tra tasse e regolamentazioni si esaurirà davvero l’entusiasmo?

L’entrata in vigore della regolamentazione, soprattutto dal punto di vista fiscale, cambierà ulteriormente gli equilibri.

Poi, possiamo anche prevedere lo scoppio della cosiddetta bolla delle altcoin, a cui probabilmente sopravviveranno solo quelle legate a progetti e organizzazioni solide, che si siano conquistate la fiducia del mercato.

Parallelamente, siamo curiosi di vedere l’evoluzione del mercato della criptoarte e degli NFT, i non fungible token. Anche questi rappresentano una grande innovazione tecnologica e concettuale, basti pensare alla gestione della proprietà intellettuale, e siamo convinti che siano destinati a rimanere.

Criptovalute Bitcoin ed Ethereum: l’eterna contesa, chi la spunterà?

Infine, è probabile che entro i prossimi mesi capiremo meglio due cose.

  1. L’equilibrio di forze tra Bitcoin ed Ethereum, la criptovaluta su cui si basa l’ecosistema digitale più grande attualmente e che presenta diversi vantaggi innovativi rispetto alla capostipite del mercato.
  2. Se il Bitcoin si convertirà davvero in un bene rifugio, ossia in una risorsa limitata come l’oro, da utilizzare come riserva di valore.

In tutto questo, il piccolo/medio risparmiatore che investe nelle criptovalute dovrà anche cominciare a fare i conti con un problema altrettanto reale quanto l’instabilità del mercato, ovvero la cybersicurezza di transazioni e wallet.

Quando Bitcoin è stato creato, nel suo protocollo fu stabilito il limite massimo di fornitura che ammonta a 21 milioni. Ogni 210.000 blocchi estratti, le ricompense si dimezzano. Questo significa che l’ultimo Bitcoin non sarà estratto fino al 2140 circa.

A questo punto, non ci sarà più alcun Bitcoin da minare, a meno che il software Bitcoin non venga modificato, il che è altamente improbabile. Quando l’ultimo Bitcoin sarà estratto, i miner non riceveranno più un nuovo Bitcoin per la verifica e la sicurezza delle transazioni.

LEGGI ANCHE >>> Cosa sono davvero i token? Dalle criptovalute all’internet banking, un nuovo mondo da scoprire

Si potrà vivere solo con le fee di transazione?

Anche se non serviranno più i miner per creare Bitcoin, il loro ruolo è fondamentale per la verifica delle transazioni. Continueranno a ricevere le fee di transazione, ovvero una piccola commissione che si paga per l’invio di Bitcoin.

Le fee di transazione sono attualmente notevolmente inferiori alle ricompense per la risoluzione di un blocco, e non sarebbero certamente sufficienti a rendere redditizia l’attività di mining. Tuttavia, nel corso del tempo queste tasse potrebbero aumentare tanto da far continuare i miner nella loro attività di estrazione.

È probabile, quindi, che il mining migliorerà, diventando alla fine così piccola ed economica da poter essere installata su molti dispositivi elettronici.

Published by
Alfredo Iannaccone

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