Il tempo delle chiusure, delle limitazioni non è ancora concluso. Oggi arrivano feroci le conseguenze di quei giorni.
I tempi per fortuna lontani delle chiusure e delle severe restrizioni imposte dal Governo per impedire il diffondersi incontrollato del contagio sembrano per fortuna alle spalle. Momenti vissuti tra ansia ed angosce per quel che riguarda la preoccupazione forse principale di ogni cittadino, quella riguardante la salute. Purtroppo però questo tipo di preoccupazione non è stata l’unica ad emergere nel corso di quei giorni, di quelle settimane, in alcuni casi di quei mesi. In ballo per molti c’era il presente ed il futuro lavorativo, con attività chiuse e mai più riaperte, oppure riavviate tra mille difficoltà e forti contraccolpi.
Quei momenti, proprio quelli, forse, oggi non sono ancora passati del tutto. Migliaia di attività ancora oggi combattono contro i fantasmi di quel periodo. Contro le perdite irreparabili, contro quel corto circuito che ancora oggi in molti casi è artefice di un crollo continuo, demoralizzante, perentorio. In quei mesi, il Governo allora in carica e poi quello successivo decisero di sollevare momentaneamente quei commercianti, quei piccoli imprenditori dagli impegni fiscali. Dare loro ossigeno per consentirgli poi di ripartire e rispettare gli stessi appuntamenti con il Fisco in un momento diverso. Oggi quel momento è arrivato.
Il rischio concreto, per coloro i quali entro il prossimo 9 dicembre non riusciranno a pagare le rate della cosiddetta Pace fiscale, è quello di ricevere un brusco risveglio proprio a ridosso del Natale. La data limite è fissata dopo cinque giorni, quindi parliamo del 14 dicembre, dopo si procederà con ogni probabilità al pignoramento, come definitiva azione limite da parte del Fisco. Le scadenze, insomma, sono arrivate, cosi come sembrano arrivate le angosce di quei giorni che di fatto hanno dato vita a tutto questo. L’attesa da parte dello Stato è dunque finita.
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I termini riferiti in precedenza riguardano in particolare le scadenze delle rate inerenti alla rottamazione ter scadute nei giorni 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre del 2020. Inoltre vengono considerate anche le rate del saldo e stralcio pagabili fino al prossimo 14 dicembre. Il Governo ha poi deciso in linea con le dinamiche appena citate lo slittamento dei pagamenti delle cartelle esattoriali considerate in qualche modo classiche, quelle cioè che non rientravano nel discorso di rottamazione o saldo e stralcio. In caso di notifica arrivata dal 1° settembre al 31 dicembre 2021 sarà esteso il termine di scadenza da 150 a 180 giorni.
A questo punto il difficile è riuscire per tutti i contribuenti coinvolti ad adempiere ai pagamenti per i quali si è sollecitati. Entro i termini indicati dai vari provvedimenti parlamentari. L’iter resta di fatto lo stesso. Il mancato pagamento delle cartelle esattoriali, di fatto già scadute da molti mesi può portare nei casi limite al processo di pignoramento dei beni in proporzione alle somme dovute. Tale provvedimento potrebbe prevedere in molti casi il forzato prelievo dal conto corrente del contribuente moroso. Una operazione di certo poco piacevole considerata la concomitanza con il periodo di festività natalizie.
Il Natale, insomma, potrebbe essere più amaro che mai per milioni di cittadini. Vittime delle misure estreme intraprese dai governi nei mesi passati e costretti in molti casi a chiudere o a ridimensionare le proprie attività commerciali. Il tempo dei pagamenti è arrivato, ed in questo caso il Fisco non farà più sconti. Quel periodo come descritto all’inizio può sembrare soltanto un brutto ricordo per molti italiani, ma purtroppo non per tutti quel maledetto periodo è davvero terminato.
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