La bolletta della luce e del gas è divenuto un gran problema per i consumatori. Andiamo a scoprire insieme come poter risparmiare sui costi.
L’etichetta energetica ha lo scopo di informare i clienti sui consumi di energia per consentire un impiego più razionale e promuovere il risparmio di energia. Pertanto, mediante l’etichetta energetica possiamo scoprire l’energia che consuma un singolo elettrodomestico.
In particolare, per quanto riguarda il Bel Paese, l’etichetta è obbligatoria dal 1998 per i frigoriferi e congelatori, Ma col passare del tempo si è poi applicata anche a lavatrici, lavastoviglie, asciugatrici, lampade domestiche, forni elettrici ed infine ai condizionatori nel 2003. Nel tempo sono state introdotte tre nuove classi di efficienza energetica (A+, A++ e A+++) per la crescente domanda di prodotti sempre più eco-efficienti. Ma da Marzo 2021 la situazione è cambiata. Andiamo a vedere come e perché si è optato per una svolta.
La situazione attuale
Appunto, da Marzo 2021, su indicazione della Comunità Europea, si è deciso di tornare alla vecchia classificazione delle etichette energetiche. Ovvero, si parte dalla lettera G fino ad arrivare alla maggior virtuosa A senza i simboli più (+) che hanno solo generato confusione ed un appiattimento delle offerte commerciali. Infatti, entrando nello specifico, un elettrodomestico di classe A++ ha consumi più bassi rispetto ad un altro a parità di altre caratteristiche tecniche.
Ma, al prezzo di vendita, sarà ovviamente più caro. E’ doveroso sottolineare che la spesa più ingente nell’acquisto dell’elettrodomestico, sarà poi ammortizzata con il passare del tempo. Questa nuova misura, in particolare, per il momento vale per cinque categorie, ovvero: lavastoviglie, lavatrici, frigoriferi, tv, display e dal primo settembre anche per le lampadine. Ma l’intenzione è quella di estenderla ulteriormente ed arrivare al 2023 con altre quattordici tipologie di prodotti elettrici ed elettronici. Il progetto è quello di includere anche i prodotti fino ad ora rimasti fuori da ogni forma di censimento. Ed è proprio su quest’ultimo punto che si è posta una maggiore attenzione.
Parla l’esperta
Proprio su questo si è soffermata Mèlissa Zilli, una delle voci di Ecos, l’unica organizzazione non governativa attiva nel campo delle standardizzazioni che si batte per politiche ambientali efficaci. “La sfida dei prossimi due anni – dichiara Zill – è quella di estendere l’etichetta a tanti dispositivi di uso comune. Stufe elettriche e aspirapolveri ad esempio, per motivi diversi, non sono mai rientrate negli apparecchi che dovevano averla. E noi stiamo facendo pressione affinché si arrivi perfino a smartphone e portatili. Per apparecchi del genere conterà più la riparabilità del consumo energetico, già di per sé scarso. Il ricambio continuo di dispositivi mobili, che non possono essere aggiustati o migliorati nel tempo, crea problemi enormi all’ambiente per i ritmi forsennati di produzione”.
Infatti, uno degli obiettivi di questo nuovo programma è sia quello di informare l’acquirente sull’effettivo consumo di energia e di altre risorse dell’apparecchio, responsabilizzandolo nella scelta finale. Ma l’obiettivo è anche quello di incentivare il produttore ad immettere sul mercato prodotti sempre più efficienti dal punto di vista energetico ed ambientale, contribuendo proattiv