La crisi economica ha spinto gli italiani a cambiare business e investimenti: i dati testimoniano una inversione di marcia che riguarda l’ecommerce, che in Italia si trasforma in un boom e diventa risorsa
Gli italiani si riscoprono investitori, resilienti, capaci di reinventarsi sempre. La crisi economica ha tagliato le gambe al commercio, e i numeri testimoniano un dato drammatico che esprime appieno i riflessi dell’emergenza sanitaria. Sono circa 450.000 i posti di lavoro persi secondo i recenti dati Istat. Una media che preoccupa, e che sta spingendo il Governo a riflettere con forza su nuove riforme per invertire un trend pericoloso.
Intanto però gli italiani hanno cercato strade alternative, metodi di guadagno, investimenti sicuri o quantomeno utili a ripianare le perdite. Ecco da dove nasce il boom dell’ecommerce, certificato da una percentuale in netta crescita in Italia durante la pandemia. Numeri che testimoniano la capacità di reinventarsi dell’imprenditoria italiana e dei piccoli investitori, pronti a rilanciarsi anche in un momento delicato.
I fattori che agevolano gli investimenti sull’ecommerce sono evidenti e favoriscono il mercato italiano. Il primo è strettamente legato alla capacità di abbracciare una fascia di acquirenti più vasta, esportando i prodotti anche fuori dai confini nazionali. Il secondo è legato al Made in Italy, che non tramonta mai e che ha sempre un fascino in grado di attirare gli appassionati dello shop online. Numeri importanti, che potrebbero porre un freno alla crisi, e che sono svelati dall’Istat, fonte certa di una statistica che fa sperare.
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Boom dell’ecommerce in Italia: i numeri crescono a dismisura
E’ l’Istat a certificare una crescita esponenziale. L’Italia risponde trovando fonti di guadagno alternative e lo fa con effetti immediatamente tangibili. Già a gennaio i dati stimavano la crescita in un 10% netto. Nei primi 4 mesi dell’anno i numeri sono ulteriormente cresciuti. Un fattore dovuto ad un cambio generazionale che si è tradotto nella capacita dei più giovani di guidare negli acquisti anche i tradizionalisti. La risposta dei “Millenials” alle chiusure imposte nella prima fase della pandemia si è tradotta in un aumento esponenziale degli acquisti on-line, ma anche dopo le prime riaperture i dati non sono calati, anzi.
Gli acquisti cambiano è il dato più eclatante è riaffermato dalla crescita nell’utilizzo dei sistemi informatici, che ha prodotto riflessi importanti sull’informazione e sulle vendite. Diventa a questo punto ragionevole pensare che il boom del pubblico interessato all’ecommerce, possa tradursi maggiormente in nuovi investimenti in Italia per rispondere alle esigenze degli acquirenti.
Pare infatti che rispetto al 2019, i nuovi imprenditori che hanno deciso di aprire aziende on-line, sono aumentati del 200%. Un dato che accresce i fatturati, genera posti di lavoro, rilancia il Made in Italy e può diventare una svolta epocale. Il rovescio della medaglia è nel calo delle vendite al dettaglio. Dati che preoccupano, ma che si sono tradotti in un boom anche degli shop on-line che partono dai negozi e dai piccoli esercenti per raggiungere l’infinita piazza del web. Cambiano gli orientamenti quindi, e la proiezione riguardando i dati degli ultimi mesi svela che l’ecommerce è destinato a crescere con maggiore forza e diventare un’abitudine in grado di cambiare le esigenze. Di venditori e acquirenti.