In Italia, e non solo, la Tim corre veloce e sembra avere in mente già il prossimo passo per l’innovazione: scopriamo insieme di cosa si tratta.
Tim sembra non aver mai visto una vera decrescita dal punto di vista economico e finanziario. Sono infatti in grande crescita gli utenti con la possibilità di andare a coprire una vasta gamma di Comuni, nello specifico se ne contano 3.250. Mentre sono 5 milioni di famiglie che usufruiscono della rinomata rete telefonica e si punta a fare ancora meglio nel prossimo futuro.
A renderlo noto ci pensa il ceo Gubitosi: “Tim intende essere la locomotiva dell’innovazione digitale del paese. Dal gestire la prima rete del paese derivano economie di scala e questo è un aspetto molto importante”. Parole quindi forti che fanno presagire la possibilità di nuovi investimenti, i quali guardano nettamente al futuro.
Il progetto nello specifico
“La pandemia da Covid-19 impone un ripensamento del modello complessivo. La contrazione del prodotto interno lordo e disoccupazione che questa crisi sta portando hanno afflitto la nostra economia e hanno impedito di registrare una crescita duratura e sostenibile”: afferma il top manager. Infatti, la pandemia è stato l’unico evento capace di dar ‘problemi‘ alla Tim anche se unicamente parzialmente.
Infatti ora si punta sulle infrastrutture e le reti di comunicazione, pronte a far registrare un accelerazione con il circolo virtuoso tra domanda e offerta per lo sviluppo del comparto digitale.
Fondamentale sarà, così come per l’intero economico italiano, il Next Generation Fund, in relazione ai quali il gruppo si concentrerà nell’ottimizzazione di tempi e denaro, al fine di unire gli sforzi dei privati con gli input che arriveranno grazie all’impiego delle risorse pubbliche.
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Ecco cosa ha previsto la Tim
“Il digitale rappresenta il cuore della strategia per la ripartenza sia in Italia sia in Europa e l’opportunità che si presenta all’Italia”: così Gubitosi mentre Tim avanza in Borsa e ci si propone un progetto che punta al 6G. Il precedente Governo Conte spingeva affinché la rete si unisse agli asset di Open Fiber, controllata da Enel e Cassa depositi e prestiti.
Da comprendere se Draghi sia a favore o meno dello stesso progetto, con un futuro quindi tutto da scrivere. L’evoluzione digitale infatti sembra non potersi permettere un arresto, neanche di fronte alla pandemia, e questo sembra poter essere l’occasione per ripartire al meglio.