La crisi economica sta colpendo il paese in tutti i suoi settori, tra cui anche quello meccanico che deve far fronte al rischio di perdita del posto di lavoro per migliaia di persone.
Una situazione non facile da gestire, soprattutto nel settore metalmeccanico, dove l’onda d’urto della crisi sembra on arrestarsi. Sono numerosi i tavoli aperti dal Mise per fronteggiare l’emergenza economica che sembra poter mettere in grandissima difficoltà le aziende.
Andando ad analizzare i settori più colpiti, si scopre come siano siderurgia, automotive, elettrodomestici, aeronautica. Un report di Fim ci permette di fotografare quindi al momento la situazione nel settore sopra indicato con dati statitici ben delineati.
Le crisi aziendali non riescono ad approdare al Mise e neppure al tavolo Regionale. Così che la crisi delle piccole e medie imprese stanno accusando l’impatto dell’epidemia da Coronavirus. Al momento sono 56 mila i lavoratori che rischiano, solo nel settore metalmeccanico, serve un cambio di passo.
Sull’argomento si è espresso il leader di Fim: “Non ci aspettiamo certo, che le cose si risolvano con la bacchetta magica, ci vuole dialogo e collaborazione. Per questo chiediamo al Ministro una presa in carico di queste crisi ridotando il Ministero dell’unità di crisi. Serve concentrare maggiormente gli sforzi, risolvere le vertenze storiche in termini di politiche industriali e di filiera, sgravi, liquidità e investimenti, per dare la possibilità a queste aziende di superare quest’anno e agganciare la ripresa e mantenere i livelli occupazionali”.
Insomma, si deve puntare senza ombra di dubbio a tirar fuori i lavoratori da una situazione divenuta pesante e complicata da gestire.
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Per quanta riguarda l’elettrodomestico c’è una crisi irrisolta con la Whirlpool su tutti, a cui si aggiunge quella dell’intero gruppo in Italia, su cui pesano le preoccupazioni per il calo di commesse. Nell’occhio del ciclone anche il settore automotive.
Le preoccupazioni riguardano il crollo del mercato dell’automotive del 2020 il sindacato somma in prospettiva quelle legate alla transizione ecologica del settore con la chiusura in Abruzzo del sito della Honeywell. Preoccupa anche il settore aeronautico e l’indotto dei grandi petrochimici nazionali con il sito siciliano di Priolo-Augusta e quello della Saras a Sarlux in Sardegna, che a causa del calo dei consumi energetici hanno ridotto notevolmente le manutenzioni. Andando nel complesso dei settori meccanici, sono stati aperti 52 tavoli di crisi nazionale e 47 regionali.
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