In Italia si continua a lavorare su diverse riforme, una tra le tante riguarda la pensione per gli impiegati statali: ecco le novità dal Governo.
Lavora il Governo Draghi per consentire una riforma per quanto riguarda la pubblica amministrazione. Si tratta di una manovra necessaria affinché si riescano a ricevere finanziamenti del Recovery Plan dalla Commissione Europea.
Il neo ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, si sta quindi adoperando per presentare una relazione in audizione alle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavoro in Senato.
Numerose le ipotesi in cantiere affinché siano disponibili i fondi: tra le tante c’è quella che vuole il blocco dei concorsi e delle procedure già avviate per permetterne ad altre, conformi al Recovery, di prendere il via.
Nella riforma del Governo si punta sulla formazione, digitalizzazione e utilizzo dello smart working anche alla conclusione dell’emergenza sanitaria da Coronavirus. L’obiettivo è allargare la riserva tecnico-economica per i nuovi contratti oltre i già attuali 3,375 miliardi. Altro punto focale del lavoro del premier Draghi è il ricambio generazionale.
Si punta a svecchiare l’età dei dipendenti pubblici, i quali superano al momento il mezzo secolo di età e addirittura una percentuale vicina al 20% indica che hanno più di sessanta anni. Il vero obiettivo è quindi mandare in pensione con qualche anno di anticipo i dipendenti più vicini alla pensione per permettere l’ingresso di personale più giovane.
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Il Ministro Brunetta ipotizza quindi “un meccanismo volontario di incentivi all’esodo di persone vicine all’età pensionabile”. Si tratterebbe di uno scivolo per la pensione dei lavoratori statali che non sono considerati al passo con i tempi.
“Le cessazioni delle fasce con maggiori anzianità contribuiscono ad elevare la quota di laureati che tuttavia non supera il 40%. Urgente ripensare i meccanismi di reclutamento“: così l’esponente del nuovo esecutivo.
Questa manovra comporterebbe incentivi all’esodo per i lavoratori che sono vicini all’età pensionabilità o con professionalità che non è in linea con il nuovo corso centrato sull’innovazione tecnologica, ma che tocca anche lavoratori non motivati dell’amministrazione pubblica.
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