I dati resi noti per quanto riguarda il mondo del lavoro in Italia fotografano una situazione di squilibrio tra donne e uomini: ecco i dettagli.
Nella giornata di oggi si è celebrata la donna, ma in Italia i numeri parlano chiaro: il gentil sesso non è abbastanza tutelato nel mondo del lavoro. Il paese nostrano infatti si trova in questo momento in fondo alla classifica quando si parla di parità del lavoro tra i 27 paesi presi in considerazione.
Andiamo di conseguenza ad analizzare una problematica che sempre più sembra poter rimarcare le differenze e non aiuta invece ad una parità dei sessi.
In tutta la penisola solo la metà delle donne trova lavoro, si tratta di un dato che va ad incidere soprattutto nel conteggio totale dell’economia. Secondo quanto riferito dai dati di Eurostat del 2019, il Prodotto Interno Lordo, con un maggiore coinvolgimento della popolazione femminile, potrebbe aumentare di oltre 88 miliardi di euro. La parità di genere e diritti serve dal punto di vista sociale, ma anche economica.
Colmare il gap di genere sembra quindi poter essere una prima soluzione anche per la crisi economica in un Italia che resta prevalentemente ‘maschilista‘. Le donne infatti sono relegate troppo spesso in ambito domestico e non coinvolte nel mondo lavorativo. Così sono messe in disparte le proprie ambizioni con l’Italia fanalino di coda nell’Unione Europea.
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Come affermato in precedenza, il Prodotto Interno Lordo del paese potrebbe crescere in maniera vertiginosa nel caso in cui venisse concessa una ‘maggiore partecipazione’ alle donne. Dividendo l’Italia in due, si nota come soprattutto nel Mezzogiorno i tassi relativi alla disoccupazione femminile siano tra i più alti nell’intera Europa.
Inoltre, il divario tra le Regioni del Sud e la media europea si allarga ogni giorno di più. Per quanto riguarda invece gli altri Stati Membri, si sta riducendo il divario di genere. Solo l’Italia sembra faticare enormemente in tal senso. Così da far una brutta figura in Europa e non riuscire ad avere un taglio col passato.
Secondo quanto riportato poi dai dati dell’Ocse, essere riusciti a ridurre il gap sul lavoro negli anni ha contribuito a circa un quarto della crescita economica annuale dal 1995. Il report di Eurofound, nel 2016, ha reso noto che sulle sfide e le soluzioni del divario occupazionale fa riferimento come la penisola abbia un gap troppo alto, da colmare assolutamente.
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