Prima di iniziare ad investire in criptovalute, ci sono dei fattori importanti da considerare, come quello sull’affidabilità di un token in termini di liquidità. Ma il più importante di tutti è il limite massimo della circolazione delle monete.
Quando viene creata una nuova moneta virtuale, è obbligatorio stabilirne l’importo massimo. Una volta distribuita, l’ICO non dovrà mai superarlo. Nell’ambito degli investimenti, sono tre le categorie di distribuzione delle monete:
Fornitura in circolazione: consiste nella quantità di monete che vengono scambiate attivamente sul mercato. In alcuni casi, prima del rilascio attraverso l’ICO, i progetti potrebbero avere tutti i loro token pre-estratti. La fornitura in circolazione sarà uguale alla fornitura massima.
Offerta totale: le monete esistenti, comprese quelle che ancora non sono in circolazione. In quest’ultimo caso, gli sviluppatori hanno estratto ugualmente le monete ma non la immesse sul mercato oppure le deterranno per alcuni mesi onde evitare che le stesse vengano scaricate dopo la quotazione di mercato.
Fornitura massima: noto come “hard cap”, è la categoria più importante in quanto dirà il numero massimo di monete che verranno create.
L’importanza dell’hard cap
La ragioni sono due:
La scarsità. Prendiamo ad esempio i diamanti: più scarseggiano e più diventano preziosi. Lo stesso vale per le criptovalute. Se un token ha un limite di fornitura, il suo valore aumenterà nel tempo. Ciò proteggerà l’integrità e il valore della rete sottostante.
La tabella di marcia del progetto stesso. Una raccolta che aumenta man mano nel tempo deve avere uno scopo chiaro e preciso. Ad esempio, ci sono tante start up che, inizialmente, avevano fissato un obiettivo di 20 milioni di dollari, per poi ritrovarsi con 200 milioni di dollari. Questo accade quando non viene fissato un limite massimo. Dove andrà a finire l’eccedenza di 180 milioni di dollari? In poche parole, se i fondi non vengono utilizzati in modo efficace, gli investitori non vedranno mai il ROI previsto.