Se da un lato Libra, criptovaluta di Facebook, potrebbe avere l’enorme potenziale di risolvere determinati problemi legati al mercato dei pagamenti internazionali, dall’altro potrebbe generarne di nuovi. Questo è il pensiero espresso da alcuni rappresentati della Banca Centrale Europea (BCE), il quale è arrivato come una sorta di campanello d’allarme.
Libra ha il potenziale di connettere circa 1,7 miliardi di persone in tutto il mondo, attualmente al di fuori della rete finanziaria, ma che potrebbero entrare allorquando i pagamenti transfrontalieri diventeranno più economici, più veloci e più trasparenti. Quindi, un’enorme base di utenti a disposizione di Libra, che potrebbe lasciare un’impronta di portata globale. La criptovaluta è attualmente supportata da un consorzio guidato da Facebook.
Le maggiori preoccupazioni da parte della banche centrali si concentrano sul deleterio potenziale insito nelle stablecoin come Libra: riciclaggio di denaro sporco e finanziamento del terrorismo, con la protezione dei consumatori, la sicurezza dei dati, la stabilità della rete, la concorrenza e la fiscalità messe a repentaglio.
Un altro aspetto negativo è l’impatto che Libra potrebbe avere sulla politica monetaria e la stabilità finanziaria, in quanto l’offerta avviene al di fuori dei canali canonici. Insomma, la sovranità monetaria dei Paesi potrebbe essere violata.
Molti sono convinti che i nuovi prodotti possono essere regolati all’interno della legislazione esistente, ma urgono approcci completamente nuovi. Inoltre, le regole dovrebbero essere applicate a livello internazionale, senza particolarità e con molta omogeneità, magari creando un organismo sovranazionale che coordini le vari istituzioni. La questione, quasi sicuramente, verrà affrontata all’incontro tra FMI e Banca Mondiale, che si terrà dal 14 al 20 ottobre.